Cenni storici

Inizia la nostra visita all’interno del Museo della Carta partendo dalla storia di un’arte antichissima e della sua scoperta, che ha prodotto nei secoli qualcosa di molto importante per le molteplici espressioni dell’uomo: la Carta.

La scoperta della carta: tra leggenda e realtà

Il più antico frammento cartaceo Cinese datato 266 d.C.

La scoperta della carta segnò una delle più fulgide pietre miliari nella storia della civiltà umana; questa scoperta è universalmente attribuita ad un ministro cinese di nome Ts’ai Lun, nel 105 dopo Cristo. Si narra che Ts’ai Lun si trovava sulle rive di uno stagno accanto ad una lavandaia che stava sciacquando nell’acqua alcuni panni piuttosto logori. I panni, mal soffrendo l’azione di strofinio e di sbattitura, si sfilacciavano e le fibrelle galleggianti sull’acqua andavano a riunirsi in una piccola insenatura ai piedi di Ts’ai Lun.
Sul pelo dell’acqua si formò dopo qualche tempo, un velo di fibrelle ben feltrate che Ts’ai Lun osservò, raccolse con delicatezza e pose a seccare sull’erba. Il foglio secco e avente una certa consistenza, bianco, morbido, diede a Ts’ai Lun la grande idea, quel foglio poteva ricevere la scrittura.Il cammino che l’arte di fabbricare la carta compì dal luogo di origine attraverso il mondo, fu relativamente veloce. Mentre verso oriente attraverso la Corea giunse in Giappone nel VI secolo dopo Cristo, verso occidente giunse in Arabia e si affacciò al Mediterraneo.La nuova arte per le sue peculiari qualità ebbe successo e nel volgere di poco tempo sostituì la lavorazione del papiro.

La materia originariamente utilizzata per la produzione della carta cioè il gelso, fu sostituita dal bambù con opportuni trattamenti. Furono  poi adoperati il lino, la canapa, i cenci. Ciascun cartaio aveva i suoi procedimenti, le sue, formule, i suoi segreti. Ma non solo il cartaio coadiuvato generalmente dal suo nucleo familiare, era l’artefice di questa lavorazione; anche il letterato, lo scrittore, il copista, e il pubblico scrivano si fabbricavano da sé la carta, tanto era divulgato il procedimento e semplici gli arnesi per la realizzazione. In pratica infatti il procedimento era rimasto tale e quale i Cinesi l’avevano tramandato. Spetta alle popolazioni italiane il merito di aver compiuto i primi passi verso una produzione per così dire più industriale. Molte operazioni puramente manuali furono meccanizzate, sia pure con i mezzi rudimentali allora conosciuti, a vantaggio della produzione e dei costi.

 
Tre momenti dell’arte di fabbricare la carta in Cina

La carta arriva in Europa

Tra i primi centri dove si scoprì nel XII e XIII secolo l’esistenza della carta, se si vogliono dare per scontate le notizie contenute negli atti notarili che parlano dell’esistenza di prodotti cartacei, pur non specificando se questi venivano importati da altri posti e commerciati nelle sopra menzionate località, vi furono i territori delle Repubbliche Marinare; Amalfi, Pisa, Genova e Venezia che avevano fondachi sia in Siria, sia sulle coste della Palestina, ove erano appunto situati i maggiori centri per la produzione di carta.

Queste Repubbliche, inoltre, intrattenevano intensi rapporti commerciali con l’oriente e avrebbero potuto imparare dagli orientali l’arte di fabbricare carta senza troppe difficoltà, oppure non è da escludere che a bordo delle “galee”, che in epoca medievale facevano la spola tra le nostre coste e la Terra Santa per trasportare crociati e mercanzie, si siano imbarcati “Magistri in arte cartarum” i quali come mano d’opera specializzata abbiano introdotto tale tipo di lavorazione. Amalfi la più antica delle repubbliche marinare già nel IX secolo aveva propri fondachi sia a Palermo che a Messina e a Siracusa, ove l’amalfitania è ancora oggi presente nella toponomastica locale. Annosa resta la questione sul primato della carta in Italia e quindi in Europa ed a contenderselo sono principalmente Amalfi e Fabriano.